*Vorrei solo ricordare che il miglior nome del mondo è quello che non si dice mai e proprio per questo è libero di avere tutti i nomi del mondo:
«Andiamo a quel posto lì!»
«La mostra è lì!
- Lì, dove?
- Lì, hai capito.
- Quello si trova tra X e Y.»
«- Le opere di Paolo sono esposte al Museo quello delle altre opere uguali a quelle che fa Paolo.
- Che opere fa paolo?
- Quelle cose, tipo ...hai capito no?»
«- La nostra nuova opera cittadina che renderà lustro all'arte contemporanea...
- E come si chiama quest'opera?
- Sempre a pensare ai dettagli vero?»
Pensa che figata cambiare mese ogni nome, fare un concorso con un'ingiunzione comunale che obbliga tutta la stampa a chiamare il coso con il nome lì. Oppure gli facessero dare i nomi a quei fannulloni degli artisti. E per il primo mese farei una inaugurazione al giorno. Anzi una mostra sulle inaugurazioni dei luoghi. Anzi tutti quelli che vogliono inaugurare qualcosa che andassero lì: inaugurazioni di giornate con colazioni pubbliche, inaugurazioni di un vestito nuovo indossato tra gli applausi generali, inaugurazioni di torte per compleanno (ho già il titolo: «La prima fetta»), inaugurare la penna con il primo segno (pensa a tutti gli studenti la mattina che vanno dal preside e gli dicono: «Oggi ho le penne nuove passo dal museo, quel posto lì, ha capito tra X e Y, e poi vengo»), inaugurare un nuovo letto per cui ci sarà libertà di trasportare il proprio letto nella sala principale del museo per svolgere l'inaugurazione con tanto di sonnellino iniziale - tutti gli ospiti saranno pregati di fare silenzio.
O ancora costruirei un altro museo dentro più piccolo da fare visitare a tutti e dentro un altro museo ancora più piccolo da fare visitare ai più piccoli.
Oppure si potrebbe mettere un limite all'ingresso del museo e non avvisare nessuno: così uno arriva e c'è scritto che per il mese di ottobre non entrano quelli che sono vestiti con qualcosa di giallo perché la direzione che è in ferie no stop crede che non si intoni con l'umore del mese; ma allo stesso modo impedire l'accesso a chi ha un ombrello, a chi non usa l'intercalare cosentino tipico «niente», a chi non entra saltellando, a quelli che pensano che in fondo è sempre meglio che sia capitato a lui.
E allo stesso modo consentire l'accesso solo a quelli che hanno un animale (potranno dimostrare alla porta che il marito che li accompagna è più simile ad un animale non umano), a quelli che hanno detto per almeno dieci volte «hai ragione tu ma io sono più simpatico», accesso libero a chi non conosce il significato delle parole difficili, a chi non è mai stato presidente di nulla, a chi non dice i sapere il significato delle parole, entra solo chi ha dimenticato le parole per dire le cose.
Oppure si potrebbe prendere e scrivere a tutti quanti che il museo in verità non è un museo e che i cittadini sono invitiati a capire che cosa sia e da qui a capire qualcosa riguardo l'esistenza della regione intera.
E ancora potrei fare sindaco del museo, proprio sindaco un cittadino alla volta.
O ancora il comune dovrebbe mettere un annuncio in cui tutti i cittadini senza pretese artistiche sono invitati a produrre un'opera e ad esporla - e lo possono fare solo quella volta e non sono ammessi quelli che hanno già esposto da qualche altra parte o che vengano beccati a dirsi artisti.
E poi farei una bella mostra vuota senza niente dentro e la pubblicizzerei tantissimo e chi presenta che faccia finta che ci siano delle grandi opere e tutti quelli che vanno a vederla la mostra sono invitati a fare finta che ci sia qualcosa da vedere che magari poi qualcosa da vedere c'è e forse è la possibilità di vedere qualcosa prima di aver davanti per forza qualcosa.
Una bella mostra sul fungo, la fungia che di uno è periodo e l'altra non passa mai di moda. Un bel camion dell'immondizia - perché il museo non dovrebbe essere un luogo dove non discutere l'attualità.
C'è un problema per la città? Perché il miglior modo per discuterlo o per comprenderlo, per cercare di fare un'analisi della situazione non potrebbe passare per l'arte (scusate la cafonaggine, ma sto cercando di dimenticare le parole per poter entrare nel museo) volevo dire per un qualcosa, diciamo forma di espressione o equazione come la volete chiamare o una forma di silenzio?
Perché dobbiamo perdere sempre l'occasione di sentirci liberi di non capire?
*Intervento sulla discussione sul nome da dare a un museo cittadino a Cosenza pubblicato il 12 ottobre 2008 su Ora Esatta, CalabriaOra, pagina tre curata da Massimo Celani.
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