Faccio parte di un movimento per la libertà chiamato NO PANTALONI. Siamo un gruppo audace che crede nei valori fondamentali della libertà. Per ora a dire il vero c'è solo un membro, me stesso, ma sappiamo per certo che presto altri illuminati scopriranno la verità e si uniranno al nostro gruppo. Ci sentiamo bene indossando solo le mutande. Ci sentiamo liberi e ci sembra che anche il nostro cervello funzioni meglio - non come quello degli altri, quelli che, come un gregge di pecore, seguono le regole imposte dallo stato oppressore e fascista. A noi, invece, una volta che ci siamo sbarazzati dei legacci della dittatura camuffata da democrazia che ci attanaglia il giro vita e ci stringe il cavallo, tutto diventa più facile. Anche la vita. La vita come la sentiamo adesso, piena di possibilità nascoste prima di oggi. Cosce al vento e culo sempre fresco e una vita vissuta a pieno. Quando ci sediamo, ci guardiamo intorno per felicitarci con noi stessi di tutto questo sentire la materia percorrerci tutti e darci dei brividi di verità. Stasera abbiamo deciso di uscire a fare una passeggiata. Fa già un po' freschetto. Ma i brividi sulle natiche e sulle cosce rinforzano il sistema immunitario. Così siamo usciti con accappatoio - l'impermeabile è ancora in lavanderia -, giacca, camicia cravatta, scarpe da tennis e naturalmente senza pantaloni. Tutto è andato bene durante il percorso da casa fino alla fine del quartiere. Abbiamo potuto pensare alla nostra differenza di pensiero rispetto a tutti gli altri. Di come LORO non possano vedere quello che NOI vediamo così chiaramente. Qualcuno ci ha fischiato dietro e ci ha fatto offerte economiche per prestazioni non ben identificate. Noi abbiamo tirato dritto stringendo la cinta dell'accappatoio floreale. NOI non ci vendiamo per nulla al mondo e non rinunciamo ai nostri ideali e alla nostra LIBERTÀ. Abbiamo camminato e camminato. Anche perché muovere le gambe riscalda. Arrivati in centro ci siamo accorti di essere osservati da tutti. Finalmente, abbiamo l'attenzione e il riconoscimento che meritiamo, abbiamo pensato, e già ci preparavamo a dare un discorso che avrebbe cambiato le carte in tavola, che avrebbe ben spiegato che noi non ci stiamo. Ci sarebbe bastato solo che qualcuno si fosse avvicinato e avesse domandato. Ma purtroppo niente, la violenza delle costrizioni del governo ha ridotto lo spirito analitico del popolo a ginocchioni. Poi, la polizia. Le forze dell'ordine. Con i loro pantaloni con la riga laterale. Con i loro pantaloni stretti stretti per mettere in mostra la castrazione dell'ideologia. Hanno accostato, ci hanno circondato sbarrandoci il passaggio e ci hanno chiesto i documenti. Noi abbiamo spostato un po' l'accappatoio per cercare il portafogli che portiamo nelle mutande ma quelli subito si sono buttati a terra e hanno fatto: "Wahooo woooo, attenzione è armato!". Noi abbiamo subito detto che era solo il portafogli e che non dovevano avere paura del mondo. Si sono rialzati e mi hanno cominciato a chiedere come mai fossi nudo sotto l'accappatoio e perché me ne andassi in giro in accappatoio. Noi abbiamo sottolineato che no, noi non siamo nudi. Non portiamo i pantaloni, ma per il resto siamo in ordine. "Perché non porta i pantaloni? Ha bevuto per caso?!" Noi abbiamo detto che no, non siamo mai stati più sobri e coscienti di oggi, da quando abbiamo scoperto la verità e abbiamo abbracciato la LIBERTÀ, quella con la L maiuscola ma anche con le altre lettere. "Ma quale libertà?" hanno riabbattuto loro. Ed è stato allora che aprendo del tutto l'accappatoio, abbiamo voluto mostrare a tutto il mondo la nostra grande scoperta. "E VOILA!" abbiamo gridato con furore e la certezza unica e forte che da quel momento anche loro, i forzati delle forze dell'ordine avrebbero capito e sarebbero stati dalla nostra parte e poi avremmo marciato tutti per la verità e la LIBERTÀ a riprenderci quello che ci spetta di diritto e a sconfiggere gli oppressori. La prima manganellata l'abbiamo sentita bene sotto lo sterno. La seconda invece è stata come un fulmine che colpisce l'albero della saggezza. Poi abbiamo raggiunto l'oblio dello svenimento - giusto il tempo di vedere il sangue che colava dal mento insozzando i nostri boxer. Ci siamo svegliati allungati su una panca in una cella. L'accappatoio sotto la testa come un cuscino. I boxer sporchi di sangue. Il sangue dell'eroismo. Ecco cosa succede agli illuminati, a quelli che per primi annunciano la verità e che hanno il coraggio di non accettare la dittatura dello stato-gambe-coperte, dello stato-con-i-pantaloni, dello stato che opprime e costringe le pudende, che nasconde le chiappe le cosce esposte alle intemperie della vera vita come bandiera al vento della LIBERTÀ. Non sappiamo cosa succederà. Se mai rivedremo la luce del sole. Se scompariremo nel ventre del mostro-stato che opprime e distrugge gli animi belli e liberi come noi. Serriamo le mani sui boxer insanguinati. Non li laveremo. Non ce li cambieremo. Resteranno sempre simbolo della nostra battaglia per la difesa della LIBERTÀ.
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