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Immagine del redattoreAlessandro

Cosenza, una città politica (11-12 maggio 2011)

1. Cosenza, una città

2. “ ‘u comparaggio politico” (della serie: Cosenza, una città di compari)

3. “Me l’ha promesso l’amico dell’amico.” (della serie: Cosenza, una città di amici)

4. “La disoccupazione, il posto di lavoro è un problema, non solo a Cosenza, ma in tutto il sud.” (della serie: Cosenza, una città problematica)

5. “Allora: facciamo i conti dei voti!” (della serie: Cosenza, una città di ragionieri)

6. “Ciao, ti scrivo perché come sai quest’anno ci saranno le elezioni amministrative. Io penso che sia importante impegnarsi per cambiare qualcosa nella nostra città. Per questo mi candido al consiglio comunale. Se tu non hai ancora nessuno a cui dare il voto, allora potresti votarmi e farmi votare dalla tua famiglia. Grazie mille e spero che tu stia bene” (della serie: Cosenza, una città piena di speranze)

7. “Io ho una coerenza politica che fa paura.” (della serie: Cosenza una città che non teme la coerenza)

8. “Non facciamo che anche questa volta voteremo i soliti noti. C’è bisogno di cambiamento!” (della serie: Cosenza, una città e i soliti ignoti)

9. “Eh, sì, bravo fai così, che poi vediamo come lo trovi il lavoro!” (della serie: Cosenza, una città per trovatori)

10. “Lo sanno tutti che in città c’è un’alleanza trasversale per cui tu credi che siano di due partiti diversi, ma in verità sono d’accordo e fanno a turno a gestire il potere” (della serie: Cosenza, una città che fa a turni)

11. “Serve un ricambio sulla scena politica cittadina” (della serie: Cosenza, una città di ricambio)

12. “O con la panchina lunga.”

13. “Papà, ma a chi votiamo quest’anno?” (della serie: Cosenza, una città che crede nella famiglia)

14. “Non voglio farvi facili promesse come gli altri candidati.” (della serie: Cosenza, una città dalle difficili certezze)

15. “Mi candido perché penso che ci si debba impegnare. In questa terra martoriata dai problemi, in cui l’incuria delle giunte precedenti ha prodotto una situazione congiunturale dalla difficile soluzione.” (della serie: Cosenza, una città congiunturale)

16. “Amo questa città. Amo la politica. Sono una persona perbene.” (della serie: Cosenza, una citta di persone che amano perbene)

17. “Allora, arrivamo aru ballottaggio e pu’ ni mintimu d’accordo cu chiri ca mo’ sunnu contri ‘i nua!” “E picchi? scusami un simu a sinistra?” “Sini sì, michiù, altrimenti rimanimu senza nente ara fine!” (della serie: Cosenza, una città delle alternative)

18. “Vua fate u voto disciunto, ca nua invece ni concentramu aru centro.” (della serie: Cosenza, una città disgiunta al centro)

19. “La prossima giunta sarà la migliore che la città abbia mai avuto.” (della serie: Cosenza, una città senza futuro)

20. “Non capisco perché ti ostini a non volere votare. Votare è importante!” “Ma non me ne frega niente, perché tanto non cambia niente!” “…e che ho già promesso il tuo voto...” (della serie: Cosenza, una città collaborativa)

21. “C’è aria di rinnovamento. C’è voglia di rinnovamento.” (della serie: Cosenza, una città senza ossigeno)

22. “E mi dispiace, voglio essere sincero: il voto l’ho già promesso.” (della serie: Cosenza, una città di confessioni)

23. “Vabbè, però lui almeno è una brava persona.” (della serie: Cosenza, una città di brave persone)

24. “Dobbiamo restare uniti, noi a sinistra, per non lasciare la città in mano alla destra.” (della serie: Cosenza, una città unitaria)

25. “Mi ricordo quando qui era tutta campagna e adesso è tutta campagna elettorale.” (della serie: Cosenza una città nostalgica)

26. “I voti della chiesa sono importanti ancora oppure no?” (della serie: Cosenza, una città sfiduciata)

27. “La parte migliore della città è con me.” “E quella peggiore non va a votare.” “Con loro abbiamo trovato un accordo.” (della serie: Cosenza, una città che trova un accordo)

28. “E chiru chinè?” “ ‘U canninatu a sinnacu!” (della serie: Cosenza, una città i canninati)

29. “Una volta arrivato in consiglio farò sentire la voce dei miei elettori.” (della serie: Cosenza, una città che farà sentire la voce)

30. “In prima pagina allarghiamo la foto del candidato dell’opposizione.” “Eh, ma para bruttu così.” “Allarga di più. Ancora di più!” (della serie: Cosenza, una città dall’immagine quotidiana)

31. “E pu ci mintimu la foto degli occhi: ‘u sguardu du condor. Supi i manifesti fa n’effetto magnifico!” (della serie: Cosenza, una città magnifica supi i manifesti)

32. “120 voti a chira sezione, più i 70 ‘a l’avutra, fannu quantu? “(della serie: Cosenza, una città ‘a l’avutra)

33. “Ma Paolo ci dà una mano oppure no?” (della serie: Cosenza, una città oppure no)

34. “Fammi nu piaciri: votami a Maruzzu.” (della serie: Cosenza, una città ‘i piaciri)

35. “Ma gli exid-pull chi diciano, vua ca siti aru giurnale u sapiti già, no?!” (della serie: Cosenza, una città di exid-pull)

36. “Ni vidimu a Piazza Unidici, ca ti dicu!” (della serie: Cosenza, una città ca ti dicu)

37. “In Università non dovrebbe entrare la politica.” (della serie: Cosenza, una città in cui non entra l’università)

38. “L’ha detto l’onorevole!” (della serie: Cosenza, una città d’onorevoli parlanti)

39. “Abbiamo molta attenzione per l’elettorato femminile!” (della serie: Cosenza, una città clitoridea)

40. “La politica della bellezza. Vorrei una città bella, che pensi ai più deboli, a chi non ha lavoro, a quelli che non ci credono più, a quelli che sono partiti, agli anziani sui bus amaco, alla poetica della conciliazione.” (della serie: Cosenza, una città di esteti concilianti)

41. “Ma sei residente a Rende?” (della serie: Cosenza, una città divisa dal Campagnano)

42. “Sono le stesse persone che comandano in città da trent’anni.” (della serie: Cosenza, una città e la guerra dei trent’anni)

43. “Pensaci bene prima di candidarti, altrimenti ti bruci.” (della serie: Cosenza, una città che scotta)

44. “E se mi candidassi al consiglio comunale?” (della serie: Cosenza, una città non farlo)

45. “Fammi diventare sindaco e poi li mando tutti a casa ‘sti capi ‘i cazzi.” (della serie: Cosenza, una città ‘i capi ‘i cazzi)

46. “La Cosenza ambientalista, quella progressista, la Cosenza che vuole andare avanti, degli spazi sociali.” (della serie: Cosenza, una città spaziale)

47. “ …e scusami n’attimo: tu ‘u sì scurdatu ‘u P L A N E T A R I O ?”

48. “AMO LA MIA CITTÀ” (della serie: Cosenza, una città di proprietà)

49. “E vida na poco tu.” (della serie: Cosenza, una città na poco)

50. “Allora noi portiamo il candidato X, ma ufficialmente ci manteniamo moderati fino al ballottaggio.” (della serie: Cosenza, una città di riunioni di redazione)

51. “Scrivi ‘sta notizia.” (della serie: Cosenza, una città di scrittori)

52. “Con il candidato ci parlo io.” (della serie: Cosenza, una città che ci parlo io)

53. “Maruzzu sta cu Pinuzzu. Enzino sta cu Nicola. Mamma s’è misa curu benzinaru - ca si candida - io pienzu cu ‘u voto.” (della serie: Cosenza, una città che meglio i benzinari)

54. “Fammi parrà cu patritta.” (della serie: Cosenza, una città ‘i patritta)

55. “No, st’anno non voto. Vado al mare.... ‘e pu chi cangia?” (della serie: Cosenza, una città che cangia abbronzatura)

56. “Serve un vero professionista della politica per gestire una situazione che è diventata ingestibile.” “Dottò è arrivatu ‘u caffè.” “Scusatemi, ‘nu momento.” (della serie: Cosenza, una città dottò)

57. “Ma il sindaco vecchio si candida ancora?” (della serie: Cosenza, una città ancora vecchia)

58. “Speriamo che non vinca la destra, altrimenti fanno saltare tutto.” (della serie: Cosenza, una città pimpante)

59. “La Pimpa sindaco subito!”

60. “Mo’ ti spiego...” (della serie: Cosenza, una città che certe cose le devi sapere)

61. “Allora vai in tipografia e fai fare 1500 santini.” (della serie: Cosenza, una città tipografico-credente)

62. “Compagni!” “Eh, mica avimu fattu ‘a scola assiemi.” “Aahahahahahahah!” (della serie: Cosenza, una città dalla battuta scolare)

63. “Io faccio campagna su Facebook” (della serie: Cosenza, una città desolante)

64. “Ma una persona una, dico, che sia onesto e non faccia accordi con i partiti, che non stia lì pronto a prendere ordini, che sia coraggioso, che non sia di destra e che non sia uno che vuole sistemare i suoi affari, c’è?” (della serie: Cosenza, una città deserta)

65. “Prendi in considerazione la tua situazione. Ti conviene votare lui?” (della serie: Cosenza, una città che ti conviene)

66. “Sai, non lo so. Ho sempre pensato che la politica sia una cosa per persone che vogliono il potere. Per questo me ne tengo lontano. Io ho sempre lavorato nella mia vita e ho pensato alla mia famiglia. Candidarmi mi sembra lontano dalle mie prospettive.” (della serie: Cosenza, una città che cambia le prospettive)

67. “Allora facciamo une inchiesta su chi voteranno i cittadini. Fotine dei candidati, Interviste a ruota a tutti loro. Percentuali certo. E poi troviamo qualche aspirante consigliere con una storia vera.” (della serie: Cosenza, una città di redattori originali)

68. “La cultura è importante.” (della serie: Cosenza, ‘na città ‘nu programma)

69. “Parramuni chiaru: ma tu, nu cazzi i lavuru u vu truvà? E allora votami a chissu.” (della serie: Cosenza, una città che trova lavoro)

70. “Mia madre ha sempre votato chi gli diceva di votare mio padre. E puru iu.” (della serie: Cosenza, una città patriarcale)

71. “Eh, sì, perché ora se uno non ha lavoro, prende e si presenta. È diventanta un’alterantiva.” (della serie: Cosenza, una città alternativa)

72. “Perché noi calabresi...” “Noi? Voi calabresi!” “Perché tu non sei nato in Calabria?” (della serie: Cosenza, una città calabrese)

73. “Se poi, qualcuno da qualche parte, voglia discutere ancora, perennemente, delle infiltrazioni mafiose nelle elezioni amministrative a Cosenza, della massoneria, degli accordi trasversali e di tutta questa sequela di questioni e luoghi comuni più che abusati: io ne prendo le distanze.” (della serie: Cosenza, una città che prende le distanze)

74. “Quello porta un sacco di voti.” (della serie: Cosenza, una città e un sacco di voti)

75. “Oh, chiru merda mica na ha dati i voti da ‘a famiglia da ‘a guagliuna.” (della serie: Cosenza, una città di guagliune)

76. “Una stanza chiusa con dentro alcuni uomini che discutono di spartizioni politiche.” (della serie: Cosenza una città con uomini che amano stare nelle stanze chiuse)

77. e: (della serie: Cosenza una città a spartirsi)

78. “Votami ca ti pagu i bullette.” (della serie: Cosenza una città che paga ‘i bullette)

79. “Pino, Tonino, Nicola, Sandro, Franco, Mario, Enzo.” (della serie: Cosenza una città Biancaneve)

80. “Risolveremo l’annoso problema dell’acqua nella parte vecchia della città.” (della serie: Cosenza una città che fa acqua)

81. “Però a Cosenza si sta bene!” (della serie: Cosenza una città si sta bene)

82. “Faremo di Cosenza una grande città. Un punto di riferimento per tutto il meridione.” (della serie: Cosenza una città punto)

83. “Serve uno slogan deciso e una immagine che dia fiducia.” “Ma io voglio ‘na cosa semblice. Nente fantasie.” (della serie: Cosenza una città senza fantasia)

84. “La spazzatura. Ecco un altro problema.” (della serie: Cosenza una città un altro problema)

85. “Oh, con queste elezioni speriamo che il Festival delle Invasioni lo fanno lo stesso.” (della serie: Cosenza una città lo stesso)

86. “Eh, jà! Votami a Ciccuzzu. È du ‘u quartiere tuo: un tu ‘u ricuardi?” “Ma chinè, chiru ca jocava aru palluni ‘a chiazza?” “Bravo. Popio lui.” (della serie: Cosenza una città proprio lui)

87. “Oggi nella nostra trasmissione di dibattito politico abbiamo invitati i due candidati.” (della serie: Cosenza una città e i due candidati)

88. “Mi ha fatto chiamare ancora quel rompipalle che vuole che gli facciamo un’intervista.” “Eh, vabbè fagliela una fa, tanto se non viene eletto tu stai tranquillo e se viene eletto è meglio per te.” (della serie: Cosenza una città fagliela una)

89. “Oh, ma chissi ca parranu i tuttu, ma mai, dico mai, du ‘u Cosenza Calcio.” (della serie: Cosenza una città e le sue priorità)

90. “Questa città ha bisogno di persone vere.” (della serie: Cosenza una città manichino)

91. “Ma i fascisti esistano ancora?” (della serie: Cosenza una città ancora)

92. “Qualcuno si è lamentato del nome filoamericano dato alla piazza...”

“Oh, eh lo so. ‘e pu c’u ‘u cangiamo.” (della serie: Cosenza una città ca pu cangiamu)

93. “Oh, vida ca mi candido.” (della serie: Cosenza una città che preferisce la cecità)

94. “Ma si vota domani o la settimana prossima?” (della serie: Cosenza una città magari domani)

95. “Ma tu, dico tu: ti si scurdatu che cosa hanno fatto l’ultima volta?” (della serie: Cosenza una città suonala ancora Sam)

96. “E adesso smettiamola con questa storia che al potere ci sono sempre gli stessi. Questo è solo il segno del buon lavoro svolto finora.” (della serie Cosenza: una città finora)

97. “Minta a cruce supu u simbolo e scriva ‘ru nume: TO-NI-NO.” (della serie Cosenza: una città anziana)

98. “Io sono sempre stato a sinistra. Da generazioni siamo comunisti a casa. Ma quest’anno voto a mio genero. Lui si presenta al centro. Tu sai già chi voti?” (della serie Cosenza: una città tradizionale)

99. “Ma mica è lui che poi decide. Dietro ci sono sempre i soliti.” (della serie Cosenza: una città con qualcuno dietro)

100. “Mi ha promesso cheti sistema appena diventa sindaco.” (della serie Cosenza: una città appena divento sindaco)

101. “Ma ‘a tia chini ti porta?” (della serie Cosenza: una città ca si porta)

102. “Questa città mi ha dato tanto. Adesso, io, voglio fare qualcosa per lei.” (della serie Cosenza: una città che la dava tanto)

103. “Se continui a scrivere queste cose: tu ‘u mintu aru culu.” (della serie Cosenza: una città ca tu ‘u minta)

104. “Eh, sì, bravo tu. Tanto tu te ne stai fuori...” (della serie Cosenza: una città bravo tu)

105. “Sai cosa facciamo?” “Chi cosa dottò?” “Cullurielli per tutti! La sera dell’ultimo comizio prima delle elezioni diamo ‘i cullurielli a tutti quanti.” “Dottò, è bellissimo.” “Eh lo so!” (della serie Cosenza: una città cullurielli)

106. “La politica è un’arte. L’arte della politica.” (della serie Cosenza: una città d’artisti)

107. “Dovremmo fare qualcosa.” “Organizziamo una manifestazione. Tutti in piazza a gridare il nostro dissenso: invitiamo le famiglie con i bambini in carrozzella, le fasce protette, chiamiamo le associazioni.” “Sì, facciamolo. Sit-in in Piazza XI.” “Okay, andata.” “E se piove?” “Enno vu vida ca chiova.” “Eh, non lo so.” (della serie Cosenza: una città metereologica)

108. Domenica di fine giugno. Due ragazzi chitarra e capelli lunghi sulla spiaggia di Torremezzo: “Ma chi si candida quest’anno?” “Andò le elezioni ci sono state il mese scorso.” “Cazzo! Oh, ma che abbiamo fatto quest’ultimo mese?” (della serie Cosenza: una città impegnata)

109. “Mi ricordo l’anticamera dell’onorevole che era piena di gente. A quei tempi una parola sua e ti sistemava.” (della serie Cosenza: una città anticamera)

110. “Se, figurati si mo’ ti po’ presenta’ tu ca ‘u sannu tutti ca si’ ricchiune!” (della serie Cosenza: una città ca u sannu tutti)

111. “Io sono sempre stato un indipendente della politica. Adesso credo che sia tempo di cercare larghe intese: è la città che ce lo chiede.” (della serie: Cosenza, una città io/noi)

112. “L’Università deve restare fuori dalle questioni politiche. È e resta un luogo di cultura. Opus Dei e la massoneria hanno solo qualche ordinario dalla loro parte, ma ciò non significa niente. E in ogni caso hanno sempre promosso la cultura.” (della serie: Cosenza, una città che non significa niente)

113. “Preferisco votare un candidato che ha meno di quarant’anni. La strategia è semplice: se facciamo tutti così, tra vent’anni quelli che abbiamo votato avranno sessant’anni e saranno in ogni caso più giovani della triade.” (della serie: Cosenza, una città triadica)

114. “Mintaci ‘i virgulette, sinnò diciano ca’ si stato tu aru scriva.” “Ma io sono d’accordo.” “Ca si’ o un si’ d’accordo unne interessante. Chiuda sa pagina!” (della serie: Cosenza, una città unne interessante)

115. “Ci sarà più spazio verde per i bambini, per gli anziani, aumenteremo le piste ciclabili, estenderemo la zona pedonale salvaguardando i piccoli imprenditori con misure adeguate.” “Dottò è arrivata la Mercedes.” “Sì, n’attimo ca concludo e partimu a razzo - insomma una città ecosostenibbile. Va bene?!” (della serie: Cosenza, una città sposta ‘a machina)

116. “Il tasso di criminalità è bassissimo.” (della serie: Cosenza, una città di nani criminali)

117. Al telefono, una voce molto bassa e roca: “Allora? Che cosa fate?” “Votiamo tutti conciunti a Frango!” “Ci conto!” (della serie: Cosenza, una città ci conto)

118. “Onore’, onorevole!” “Uè, Tonì, cuntami tuttu!” “Pi’ cchira cosa ‘i fratima…” “Considerala come già fatta.” (della serie: Cosenza, una città già fatta)

119. Cosenza, una città ca fratima...

120. “Ma... fratitta?” “Fratima fissia.” “Diciaci ca mi votassa... sinnò cavuci.” “Ahahahahahahah!” (della serie: Cosenza, una città fratitta-cavuci)

121. “Ma stanno t’hanno pigliatu ara sezione?” “Signu sgrutatore!” “Oh, ‘u consigliere t’ha dittu cadi fare? Comunicare ra-pi-di-ssi-ma-men-te i prospettive ‘i l’elezioni. Ca’ n’organizzamo pu ‘u ballottaggio.” “Tranguillo!” (della serie: Cosenza, una città tranguillo)

122. “I guagliuni all’università stanno faciannu attivismo.” “Tranguillo. C’ho parlato io.” “U sannu buanu ‘a chini anni votà.” “Chiri fannu chiru ca ci dicu iu.” (della serie: Cosenza, una città libera giovane e ribelle)

123. “I giovani del partito hanno bisogno di una sala per fare una riunione programmatico-organizzativa in vista delle prossime amministrative. Riteniamo sia importante discutere per meglio offrire il nostro contributo.” “Chini l’ha scritta ‘sta richiesta.” “Chiru spiartu... cumu si chiama? ‘nzomma ‘a capitu.” (della serie: Cosenza, una città senza futuro)

124. “Pinuccio ce la fa.” “Seee, e come?” “Oh, considera ca u vota tuttu ‘u palazzu.” “Eh, mica basta...” “Cumu no? Ci sono due scale!” (della serie: Cosenza, una città che bastano due scale)

125. “Spingiamo ‘sto ragazzo!” “Ma chi? ‘U figlio ‘i l’avvocato?” “Sì, l’avvocaticchio.” (della serie: Cosenza, una città avvocaticchio)

126. Negozio di oggetti esoterici, ore 11,30. All’orizzonte le elezioni amministrative. Tutti cercano di affiliarsi a una cordata: “Buongiorno...ehm ehm... ehm…” “Mi dica?” “Ce l’avete per caso una tunica?” (della serie: Cosenza, una città in tunica)

127. “Per la sirata finale ce l’abbiamo un grande artista?” “Dottò, abbiamo pianificato tutta una media-strategy stratificata!” “Vabbù e in conclusione?” “Cantante locale ari bassifondi, con musica ballabile e artista di Sanremo in piazza!” “Oh, e non dimenticate i cullurialli. Mi raccomando!!!” (della serie: Cosenza, una città media strategy cullurialli)

128. “Capità, ca’ paranu già tutti sinnacu. Paracheggiano ‘a cazzi i cane, altro che spina di pesce.” (della serie: Cosenza, una città a corsia preferenziale)

129. “E dell’ospedale? Ne vogliamo parlare dell’ospedale?” “L’ospedale è tutto con noi.” “Dicevo dei problemi dell’ospedale...” “T’ho detto nessun problema: infermieri paramedici e primari sono tutti con noi.” (della serie: Cosenza, una città no problemi)

130. “Hai lasciato i santini dall’edicolante? Li mette lì davanti ara gazzetta?” (della serie: Cosenza, una città edicolante)

131. “Buongiorno sono della Gazzetta.” “Dottò, è ‘a Gazzetta.” “Marù, ferma ‘a machina subbito!” (della serie: Cosenza, una città gazzetta)

132. “R E A G I T E, C A Z Z O, R E A G I T E” (della serie: Cosenza, una città cridaci crì)

133. “Ma chini cazzu t’a ‘a fatta fa?” “Papà, bisogna schierarsi, impegnarsi in prima persona.” “Ma unn’era meglio si ti laureavi?” “E papà, l’impegno politico è importante... e poi se mi eleggono, vedi che è più facile fare gli esami.” (della serie: Cosenza, una città meglio laureato)

134. “Chiamami Maruzzu, subbito!” (della serie: Cosenza, una città chiamami subbito)

135. “Ma tuo padre non era a destra? E poi confluito a sinistra?” (della serie: Cosenza, una città era mio padre)

136. “Gommista all’età di 15 anni, decide di cambiare la sua vita e riprendere a studiare. A 24 anni è già sposato e comincia la sua carriera nell’amministrazione pubblica. Prima come impiegato generico, poi come addetto al personale.”

137. “Il travaso nel sindacato e di lì il passo è breve per l’impegno politico attivo: “Ho dovuto sempre conquistare tutto con le mie mani”, mentre prende la mano della sua compagna di sempre.” (della serie: Cosenza, una città con le mie mani)

138. “Votami ‘a mammata!” (della serie: Cosenza, una città ‘i mammata)

139. “Ohi, chi ppalle andare a votare....” (della serie: Cosenza, una città che ha di meglio da fare)

140. “Ohi, ma’? M’ha stirata ‘a camicia?” “Sì, bell’i mamma e mintati ‘a cravatta.” “Ohi, Pà? Papààààà: me lo fai il nodo alla cravatta?” “Ohi, chiru consigliere miu, viani ca’!” “Eeheheheheheh!” (della serie: Cosenza, una città mintati ‘a cravatta)

141. “Allora fai sistemare i nostri all’entrata dei seggi. Basta che vedono chi va a votare e che si fanno vedere.” (della serie: Cosenza, una città con degli uomini all’entrata)

142. “Ora come ora partiamo alla pari. Al ballottaggio si decide tutto. Ma io ho fiducia nella parte buona della città.” “Dottò, vaju vida i giurnali cchi dicianu.” “Oh, compra puru ‘u corriere du u sport-STADIO!” (della serie: Cosenza, una città alla pari)

143. “Il primo caffè da Sindaco, dottò!” “Iaramadò cumu porti jella.” (della serie: Cosenza, una città scaramantica)

144. “Dottò, si ricordi che io l’ho sempre sostenuta e sempre la sosterrò. E anche la mia famiglia e quella di mio genero. Ve lo ricordate mio genero?” “E cumu no? Tonino... no, Maruzzu... no, Luca..” “Andonio, si chiama Andonio!” “E certo Andonio!” “Ed è un bravo ragazzo che ha bisogno di lavorare. Ora aspetta pure un bambino.” “Un altro voto per me!!!” “Eeheheheh, dottò!!!” (della serie: Cosenza, una città un altro voto)

145. “Basta con le promesse!” (della serie: Cosenza, una città che passa alle minacce)

146. “Allora, guagliù, domenica riunione dopo a missa. Lasciate i fimmine ara casa”

“Ma io sono invitato da mia suocera.”

“E scusami ‘n attimo ‘a suocera à chini vota?” (della serie: Cosenza, una città dopo a missa)

147. “La politica è la passione della mia vita.” (della serie: Cosenza, una città con pochi hobby)

148. “Sono trent’anni che stanno al potere e non hanno mai fatto un cazzo di niente. Io non capisco perché li continuiamo a votare, porca miseria, oh.” (della serie: Cosenza, una città non capisco)

149. “Ma i preti votano?” (della serie: Cosenza, una città dietro l’altare)

150. “E se Maruzzu un c’ha fa?” (della serie: Cosenza, una città insonne)

151. “Chissu è ‘nu slogan: La migliore Cosenza di sempre!” “Ma chiù i quannu simu quasi sagliuti in Serie A?” “Tu parri i Marulla, iu ‘i politica.” “Si presenta Marulla?” (della serie: Cosenza, una città confusa)

152. “Dottò ha telefonato ‘u capo di chi sapiti vua.” “Mmmmh, e c’ha dittu?” “Che pe chira cosa: no problem!” (della serie: Cosenza, una città no problem)

153. “Allora sentimi bene: chissu è ‘u programma. Domani ari sette tutti azati. Colazione e tutto. Prepara i pacchi oggi, no ca fa che domani mattina mi fa aspettare in macchina un’ora... Passamu a piglià mammata e via aru mare cumu ‘na scheggia!” “Tonì, domani dobbiamo votare. Gli abbiamo detto a mio cugino ca u votavamo…” “Oh, m’aviti ruttu u cazzu tu e tutta ‘a famiglia tua.” (della serie: Cosenza, una città ‘na scheggia)

154. “Meglio a Cosenza che a Catanzaro!” (della serie: Cosenza, una città consolante)

155. “Ormai i giochi sono fatti, dottò!” “Alla stampa dico che i giochi sono fatti.” “Tommasino, vai a metterti vicino a papà.” “Ohi, mà, mi sicca…” (della serie: Cosenza, una città mi sicca)

156. “Sotto-se-gre-ta-rio: cussì m’ha dittu ‘u coordinatore!” “Iaramadò” (della serie: Cosenza, una città di coordinatori)

157. “Abbiamo fatto cose che sono sotto gli occhi di tutti!” (della serie: Cosenza, una città cicata)

158. “Ma’?” “Eh?” “Ma tu come hai fatto a sopportarlo per tutti questi anni?” (della serie: Cosenza, una città sopporta)

159. “A cusenza vecchia sono tutti manciniani!” (della serie: Cosenza, una città sinistra)

160. “Paccari al seggio.” (della serie: Cosenza, una città paccari)

161. “Invitiamo a non disertare le urne, perché è dalle urne che passa il futuro della città.” (della serie: Cosenza, una città urna)

162. “Ma tu chini cazzu sì pi’ ti minta ‘a di’ tutti ‘sti minchiate? L’indellettuale della capocchia è arrivato!” (della serie: Cosenza, una città che non mi conosce)

163. “Ci sono cose che tu non puoi capire.” “Cioè?” “Non ti preoccupare”(della serie: Cosenza, una città cioè)

164. “Capolista, mi hanno messo capolista!” “Mangia belli ‘i papà tuo ca’ diventi o-no-re-vo-le!” (della serie: Cosenza, una città capolista)

165. “La festa la sera prima la facciamo in un posto nella città vecchia: mi raccomando che ci sia da bere gratis - tanto! - da mangiare gli stuzzichini. Mettiamo quel gruppo che fa ‘i cover.” “Va bene dottò?” “I cullurialli l’aviti considerati? Mi raccumannu!” (della serie: Cosenza, una città raccumannu i cullurialli)

166. “Vabbu’, tanto non devono passare addì mia...” (della serie: Cosenza, una città in attesa)

167. “Iaramadonna, se la nuova giunta non mi fa avere l’acqua tutto il giorno quannu cazzu vuagliu iu......... facciu ‘na strage...e curi cazzi chi i voto torna!” (della serie: Cosenza, una città era il 1982)

168. “Manifesti, santini, slogan ara radio, supu ‘u web. Abbiamo fatto tutto quello che si deve fare per sta campagna, dottò!” “Mi raccumannu i cullurialli ‘u juarnu prima ‘i l’elezioni.” (della serie: Cosenza, una città ‘u juarnu prima)

169. “Enzo?” “Chi cazzu vu’?” (della serie: Cosenza, una città che ascolta)

170. “Ma e se domani ci mangiamo una pizza con tutti i compagni della sezione? Cioè per ringraziarli del lavoro svolto finora.” “Vabbè, Andò, ma chini paga?” “Mannaggia oh, vedi se possiamo fare politica in questo modo!” (della serie: Cosenza, una città in pizzeria)

171. “Unnu voti a Tonino? ‘sta cazzi ‘i pizzeria ta a sbambu!” “Eh, no no ca ‘u voto, ‘u voto.” (della serie: Cosenza, una città sbambu)

172. “Io non ce la faccio più a vivere qui!” (della serie: Cosenza, una città irresistibile)

173. “Basta, non diciamo cazzate. A Cosenza si vive bene. Dimmi che problemi avete?” “A perché ma tu addì abbiti?” (della serie: Cosenza, una città cazzate)

174. “A cumpratu ‘u giurnale? Mu ‘u fa vida?” “Non ci sono ancora i risultati delle elezioni.” “Ma cchi elezioni ed erezioni: vida u Cusenza aru sport!” (della serie: Cosenza, una città ‘u sport)

175. “Mamma chi cavudu in sta sezione, oh. Mi sto sciogliendo!” “Presidè putimu rapa la finestra?” “Aspè che chiedo aru carabiniere!” (della serie: Cosenza, una città solvente)

176. “Hai votato?” “Sì?” “Hai votato bene?” “Fidati!” (della serie: Cosenza, una città fiduciaria)

177. “L’Ospedale?” “Sta là!” “Aahahahahah, dottò mi fa mora!” (della serie: Cosenza, una città sta là)

178. “Penseremo alla società civile!” “Ma scusami ‘nattimo chidè sta società civile?”

“L’handicappati mi para…” “Ma vida na poco tu!” (della serie: Cosenza, una città civile)

179. “Cari parrocchiani, oggi si vota, lo sapete tutti. Andate e fate ciò che sentite nelle vostre coscienze” (della serie: Cosenza, una città ricordati che devi morire)

180. Due ragazzi al mare, domenica, fumano: “Ma tu hai votato?” “Eh che mi sono svegliato tardi, ieri cu gli amici e stamattina dovevo aiutare a mamma. Me la passi?” “E a tuo padre che hai detto?” “Che ho votato chi diceva lui, of course” (della serie: Cosenza, una città of course)

181. “REAGITE, CAZZO REAGITE!” (della serie: Cosenza, una città figurati!)


(Mashup di alcuni post scritti nel maggio 2011 in aria di elezioni comunali e ritrovati facendo ordine negli archivi.)

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